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HTA sul vaccino influenzale trivalente adiuvato


Sono stati presentati i dati del primo Rapporto italiano di Health Technology Assessment ( HTA ) sul vaccino influenzale trivalente adiuvato.

Gli esperti dell’Università Cattolica di Roma, delle Università di Genova e Firenze e della LIUC Università Cattaneo di Castellanza ( Varese ) hanno preso in esame il vaccino adiuvato, cioè potenziato per indurre una più efficiente risposta del sistema immunitario.
Applicando l’HTA, gli Esperti hanno concluso che, nella popolazione di età superiore ai 65 anni, questo vaccino rappresenta una soluzione ottimale in termini preventivi sia sotto l’aspetto medico sia sotto il profilo economico.
Infatti, i risultati dello studio sul vaccino adiuvato hanno dimostrato un miglioramento della qualità di vita e riduzione dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale ( SSN ).

Nella stagione influenzale 2016-2017 le coperture sono risultate in crescita, seppur ancora lontani dal 75% che è considerata la soglia ottimale di profilassi nei soggetti a rischio per patologia e per gli over 65. In questa fascia di età si concentra mediamente il 90% dei decessi legati all'infezione da virus dell’influenza.

Rispetto alla situazione attuale, l’adozione esclusiva del vaccino adiuvato per l’immunizzazione della popolazione over 65 porterebbe a una riduzione di: oltre 29mila casi di influenza, circa 3mila casi di complicanze, circa un migliaio di ospedalizzazioni, con una cospicua riduzione dei costi per il Sistema Sanitario Nazionale.

Sono stati analizzati dati estremamente conservativi, come ad esempio i dati di vera influenza invece che di sindromi influenzali, e nella valutazione comparativa dei diversi vaccini esistenti ( vaccino adiuvato con MF-59, vaccino trivalente convenzionale, vaccino intradermico, vaccino quadrivalente ), considerando anche la mancata vaccinazione.

L’indagine ha analizzato l’impatto di una corretta immunizzazione su due figure interessate: il singolo, in termini di miglioramento della qualità di vita; il SSN, in termini di sostenibilità socio-economica e di riduzione dei costi legati alla patologia, come la gestione di complicanze e ospedalizzazioni.

Il modello economico ha evidenziato che, se fosse utilizzato il solo vaccino adiuvato per la prevenzione dell’influenza nella popolazione over 65, mantenendo la copertura vaccinale del 49.9% riscontrata nella stagione 2016-2017, rispetto alla situazione attuale si potrebbe ottenere una riduzione di almeno 29mila casi di influenza, circa 3mila casi di complicanze e circa un migliaio di ospedalizzazioni.
Questi risultati potrebbero ulteriormente migliorare all’aumentare delle coperture vaccinali.

I dati disponibili di altri studi hanno rivelato che: il costo medio di una stagione influenzale in Italia ammonta a 1.3 miliardi di euro, ogni caso di influenza costa in media ( in termini di costi sociali diretti ovvero visite, diagnostica, farmaci ), complessivamente, 330 euro, per ogni caso di influenza con ospedalizzazione il costo sale fino a 3-6 mila euro.

Questo modello farmaco-economico, che per la prima volta ha confrontato tutte le opzioni disponibili riguardo all’immunizzazione influenzale della popolazione senior, ha dimostrato che, sebbene la vaccinazione porti a un aumento dei costi sanitari diretti, questa fa aumentare l’aspettativa e la qualità di vita della popolazione over 65.
Secondo l’analisi il vaccino maggiormente costo-efficace, ovvero che associa la maggior efficacia con il minor costo, è il vaccino trivalente adiuvato con MF59, che quindi dovrebbe essere considerato di prima scelta per la popolazione anziana.

Il documento sulla vaccinazione antinfluenzale, partendo dalla revisione sistematica dei dati disponibili, dimostra quindi che il vaccino adiuvato ha: un buon profilo di sicurezza, una più alta immunogenicità verso i ceppi simil-vaccinali, una più alta immunogenicità verso i ceppi driftati ( che cioè hanno subito variazioni antigeniche ), un’alta efficacia sul campo.

Le osservazioni nate dall’HTA rappresentano una sorta di guida operativa per medici e decisori sanitari, alla luce delle considerazioni sul diverso modo in cui l’infezione si manifesta negli anziani e nei giovani.
Il vero flagello, nell’anziano, è rappresentato dai ceppi A/H3N2. Infatti, i più alti tassi di infezione, di ospedalizzazione e di mortalità tra gli over 65 si verificano quando predomina la circolazione di questi ceppi. Ad esempio, confrontando la stagione 2016-17 ( con netta predominanza di A/H3N2 ) con quella 2015-16 ( quando i ceppi B erano più diffusi ), al picco della sindrome influenzale si evidenzia un aumento dell’incidenza nella popolazione anziana di ben 3.5 volte.

In termini previsionali, l’impatto dell’influenza stagionale può essere ulteriormente ridotto con il raggiungimento della copertura prevista dal Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017-2019.
Questo per la vaccinazione antinfluenzale pone gli obiettivi di immunizzazione del: 75% degli ultrasessantacinquenni e dei gruppi a rischio, come obiettivo minimo; 95% degli ultrasessantacinquenni e dei gruppi a rischio, come obiettivo ottimale.vaccino influenzale trivalente adiuvato negli anziani. ( Xagena2017 )

Fonte: Senior Flu Immunization Conference, 2017

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