L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi
diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione
delle misure di controllo ed è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni uomo
sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita,
dall’età e dal luogo in cui vive.
In Europa, l'influenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale. Casi
sporadici possono verificarsi anche al di fuori delle normali stagioni influenzali, anche se
nei mesi estivi l'incidenza è trascurabile.
Le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità ( OMS ) sulla composizione
dei vaccini, per l’Emisfero Nord, contro i virus influenzali sono rese disponibili nel mese di
febbraio di ogni anno per la stagione successiva.
Nel febbraio 2020, l'OMS ha raccomandato la nuova composizione vaccinale per la stagione 2020/2021 elencando i virus da inserire nella formulazione quadrivalente e trivalente.
Le raccomandazioni annuali per l'uso dei vaccini antinfluenzali in Italia sono elaborate dal
Ministero della Salute dopo la revisione di una serie di aspetti, tra cui: il carico della malattia
influenzale e le popolazioni target per la vaccinazione; sicurezza, immunogenicità ed
efficacia dei vaccini antinfluenzali; altri aspetti rilevanti.
Le epidemie influenzali annuali sono associate a elevata morbosità e mortalità.
I dati forniti dal sistema di rilevazione, attivo dal 1999, hanno permesso di
stimare che le sindromi simil-infleunzali interessano ogni anno una percentuale compresa tra il 4 ed il 15% della popolazione italiana, a seconda delle caratteristiche dei virus influenzali circolanti.
Epidemiologia e sorveglianza dell’influenza
Descrizione della malattia - L'influenza è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi, possono comportare il ricovero in ospedale e anche la morte.
Alcune fasce di popolazione, come i bambini piccoli e gli anziani, possono essere maggiormente a rischio di gravi complicanze influenzali come polmonite virale, polmonite batterica secondaria e
peggioramento delle condizioni mediche sottostanti.
Agente infettivo - Esistono due tipi principali di virus dell'influenza: A e B. I virus dell'influenza A sono classificati in sottotipi basati su due proteine di superficie: emoagglutinina ( HA ) e
neuraminidasi ( NA ). Due sottotipi di HA ( H1 e H3 ) e due sottotipi di NA ( N1 e N2 ) sono
riconosciuti tra i virus dell'influenza A come causa di malattia umana diffusa nel corso degli
ultimi decenni. L'immunità alle proteine HA e NA riduce la probabilità di infezione e,
insieme all'immunità alle proteine virali interne, riduce la gravità della malattia in caso di
infezione. I virus dell'influenza B si sono evoluti in due lineaggi antigenicamente distinti dalla metà
degli anni '80, rappresentati dai virus B/Yamagata/16/88 e B/Victoria/2/87-like. I virus di
entrambi i ceppi B/Yamagata e B/Victoria contribuiscono variabilmente alla malattia
influenzale ogni anno. Nel corso del tempo, la variazione antigenica ( deriva antigenica ) dei ceppi si verifica all'interno di un sottotipo di influenza A o di un lineaggio B. La possibilità sempre presente di deriva antigenica, che può verificarsi in uno o più ceppi di virus dell'influenza, richiede
che i vaccini antinfluenzali stagionali vengano riformulati ogni anno.
Trasmissione - L'influenza è trasmessa principalmente dalle goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti e può anche essere trasmessa attraverso il contatto diretto o indiretto con le
secrezioni respiratorie contaminate. Il periodo di incubazione dell'influenza stagionale è
solitamente di due giorni, ma può variare da uno a quattro giorni. Gli adulti possono essere
in grado di diffondere l'influenza ad altri da un giorno prima dell'inizio dei sintomi a circa
cinque giorni dopo l'inizio dei sintomi. I bambini e le persone con un sistema immunitario
indebolito possono essere più contagiosi.
Fattori di rischio - Le persone a maggior rischio di complicanze correlate all'influenza sono adulti e bambini con malattie di base, residenti in strutture socio sanitarie e altre strutture di assistenza cronica, persone di 65 anni e oltre, donne in gravidanza e alcune categorie professionali ( operatori sanitari, lavoratori dei servizi essenziali, ecc. ).
Stagionalità - L'attività dei virus influenzali in Italia inizia durante l’autunno e raggiunge il picco nei mesi invernali per ridursi poi in primavera e in estate. A seconda dell'anno, il picco può verificarsi in periodi differenti dell’autunno-inverno.
Sintomi Clinici - I sintomi dell’influenza includono tipicamente l'insorgenza improvvisa di febbre alta, tosse e dolori muscolari. Altri sintomi comuni includono mal di testa, brividi, perdita di appetito, affaticamento e mal di gola. Possono verificarsi anche nausea, vomito e diarrea,
specialmente nei bambini. La maggior parte delle persone guarisce in una settimana o dieci
giorni, ma alcuni soggetti ( quelli di 65 anni e oltre, bambini piccoli e adulti e bambini con
patologie croniche ), sono a maggior rischio di complicanze più gravi o peggioramento della
loro condizione di base.
Distribuzione della malattia: incidenza
In tutto il mondo, le epidemie annuali provocano circa un miliardo di casi di influenza, da
circa 3 a 5 milioni di casi di malattia grave e da circa 250.000 a 500.000 decessi.
Il Centro Europeo per il controllo delle Malattie ( ECDC ) stima che ogni anno, in Europa, si
verificano dai 4 ai 50 milioni di casi sintomatici di influenza e che 15.000/70.000 cittadini
europei muoiono ogni anno di cause associate all'influenza.
Il 90% dei decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base.
L'incidenza dell'influenza è spesso sottostimata poiché la malattia può essere confusa con altre malattie virali e molte persone con sindrome simil-influenzale non cercano assistenza medica.
La prevenzione dell’influenza
Misure di igiene e protezione individuale - La trasmissione interumana del virus dell’influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza.
Oltre alle misure basate sui presidi farmaceutici, vaccinazioni e farmaci antivirali, l’ECDC
raccomanda le seguenti misure di protezione personali ( misure non-farmacologiche ) utili
per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza:
• Lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. Le mani devono essere lavate
accuratamente con acqua e sapone, per almeno 40-60 secondi ogni volta, specialmente
dopo aver tossito o starnutito e asciugate. I disinfettanti per le mani a base alcolica
riducono la quantità di virus influenzale dalle mani contaminate e possono
rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua.
• Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani.
• Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale.
• Evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad es. mantenendo una distanza di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza ed evitare posti affollati. Quando non è possibile mantenere la distanza, ridurre il tempo di contatto stretto con persone malate.
• Evitare di toccarsi occhi, naso o bocca. I virus possono diffondersi quando una persona
tocca qualsiasi superficie contaminata da virus e poi si tocca occhi, naso o bocca. Le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti.
Vaccinazione
La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell'influenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 riportano, tra gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio.
Per ciò che concerne l’individuazione dei gruppi a rischio rispetto alle epidemie di influenza
stagionale, ai quali la vaccinazione va offerta in via preferenziale, esiste una sostanziale
concordanza, in ambito europeo, sul fatto che principali destinatari dell’offerta di vaccino
antinfluenzale stagionale debbano essere le persone di età pari o superiore a 65 anni, nonché
le persone di tutte le età con alcune patologie di base che aumentano il rischio di
complicanze in corso di influenza.
Pertanto, gli obiettivi della campagna vaccinale stagionale contro l’influenza sono: riduzione del rischio individuale di malattia, ospedalizzazione e morte; riduzione del rischio di trasmissione a soggetti ad alto rischio di complicanze od ospedalizzazione; riduzione dei costi sociali connessi con morbosità e mortalità.
Conservazione del vaccino, temperatura e stabilità - Il vaccino antinfluenzale deve essere conservato a temperature comprese tra +2°C e + 8°C, e non deve essere congelato.
I vaccini inattivati contro l’influenza, se conservati a una temperatura corretta, tra +2°C e +
8°C, rimangono stabili per almeno un anno.
Per un mantenimento ottimale viene raccomandato di assicurarsi che il vaccino permanga il meno
possibile fuori dal frigorifero e che non venga interrotta la catena del freddo; deve essere
anche evitato il congelamento.
Il vaccino deve essere trasportato in busta o contenitore per farmaci / alimenti refrigerati nei quali sia presente un elemento refrigerante, con il quale va evitato accuratamente che il vaccino venga a diretto contatto.
Controindicazioni e precauzioni - Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a: lattanti al di sotto di 6 mesi ( per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età ); i soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave ( anafilassi ) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave ( anafilassi ) a un componente del vaccino; una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta.
Un’anamnesi positiva per sindrome di Guillain-Barré insorta entro 6 settimane dalla
somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale costituisce
controindicazione alla vaccinazione. Una sindrome di Guillain Barré non-correlata a
vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione; sebbene i
dati disponibili siano limitati, i vantaggi della vaccinazione antinfluenzale giustificano la
somministrazione del vaccino annuale nei soggetti ad alto rischio di complicanze gravi dalla
malattia.
Non vi è controindicazione a vaccinare le persone asintomatiche a epidemia già iniziata.
False controindicazioni: allergia alle proteine dell’uovo, con manifestazioni non-anafilattiche; malattie acute di lieve entità; gravidanza; allattamento; infezione da HIV e altre immunodeficienze congenite o acquisite.
La condizione di immunodepressione non-costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale. La somministrazione del vaccino potrebbe non evocare
una adeguata risposta immune. Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta
anticorpale in modo sostanziale.
Somministrazione simultanea di più vaccini - Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o vivi attenuati.
I soggetti che rientrano nelle categorie sopra indicate possono ricevere, se necessario, il
vaccino antinfluenzale contemporaneamente ad altri vaccini, in sedi
corporee e con siringhe diverse.
Reazioni indesiderate segnalate dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale - I vaccini antinfluenzali contengono solo virus inattivati o parti di questi, pertanto non possono essere responsabili di infezioni da virus influenzali.
Le persone vaccinate dovrebbero essere informate sul fatto che, particolarmente nella stagione fredda, infezioni respiratorie e sindromi con sintomatologie simili a quelle dell’influenza possono essere provocate da molteplici altri agenti batterici e virali, nei cui confronti il vaccino
antinfluenzale non può avere alcuna efficacia protettiva.
Gli effetti indesiderati comuni dopo somministrazione di vaccino antinfluenzale consistono
in reazioni locali, quali dolore, eritema, gonfiore nel sito di iniezione.
Le reazioni sistemiche comuni includono malessere generale, febbre, mialgie, con esordio
da 6 a 12 ore dalla somministrazione della vaccinazione e della durata di 1 o 2 giorni.
Sono stati riferiti, in correlazione temporale con la vaccinazione antinfluenzale, eventi rari
quali trombocitopenia, nevralgie, parestesie, disordini neurologici e reazioni allergiche
gravi. La correlazione causale tra la somministrazione di vaccino antinfluenzale e tali eventi
avversi non è stata dimostrata. ( Xagena2020 )
Fonte: Ministero della Salute, 2020
Inf2020