Le ragadi anali si manifestano come piccole lacerazioni a livello del canale anale. Sono abbastanza comuni nei bambini tra i 6 e i 24 mesi ( ragadi acute ), meno nei bambini più grandi.
Gli adulti possono presentare ragadi anali che si sviluppano in seguito ad una eccessiva dilatazione dell’ano che provoca rottura della pelle accompagnata da sensazione di dolore e sanguinamento alla defecazione.
Il dolore inizia dopo l’evacuazione, e continua alcune volte anche fino all’evacuazione successiva. La perdita di sangue è di color rosso vivo, proveniente dalla lacerazione stessa.
Nonostante l’eziologia sia ancora sconosciuta, si pensa che una delle possibili cause che portino a formazione di ragadi anali sia la stipsi. Il passaggio di feci dure o di grandi dimensioni insieme ad un’infezione secondaria possono provocare lacerazioni traumatiche.
Nella forma cronica si ha prurito in quasi la metà dei casi ed in un quarto circa dei pazienti si ha perdita di muco. Possono riscontrarsi disturbi della minzione con ritenzione di urine e forte dolore.
La ragade è localizzata solitamente sulla fessura mediana posteriore anche se a volte la si può trovare anche a livello anteriore.
La ragadi in genere rispondono positivamente ai trattamenti utilizzati per ridurre al minimo i traumi durante la defecazione ( es. agenti formanti massa, alimentazione ad alto contenuto di fibre ).
Nelle forme più semplici, la guarigione può essere ottenuta con l’utilizzo di prodotti a base di supposte di Glicerina, che agiscono da emollienti.
Può risultare utile anche l’impiego a breve termine di antiemorroidari lenitivi, come pomate o unguenti contenenti anestetici locali. Tra questi Emorril a base di Idrocortisone e Lidocaina.
La terapia a base di Nitroglicerina allo 0,2% potrebbe risultare utile ma è ancora in fase sperimentale. Inoltre sono numerosi gli effetti collaterali che potrebbe provocare, primo tra tutti la cefalea.
Quando le misure conservative falliscono è necessario ricorrere all’intervento chirurgico che sembra risolvere il problema senza rischio di recidive.
La ragade può anche essere espressione di AIDS, tubercolosi, sifilide, malattia di Crohn, colite ulcerosa o un tumore del colon. ( Xagena2008 )
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