Il trattamento sintomatico dell’attacco vertiginoso si avvale di farmaci con proprietà antivertiginose ed antiemetiche, come gli antistaminici, le fenotiazine, le benzodiazepine, i calcioantagonisti e un vasodilatatore: la Betaistina.
Antistaminici e fenotiazine
Tra gli antistaminici, si predilige un antistaminico debole, la Meclizina ( Antivert ), che riduce i sintomi
nei casi di vertigine sia centrale che periferica.
Per la loro azione antistaminergica, vengono usate anche alcune fenotiazine, che hanno forte effetto depressore sul sistema vestibolare, e inoltre migliorano la nausea. La
Prometazina, a basso dosaggio ( 25 mg ogni 4-6 ore ), è quasi priva di effetti extrapiramidali ed ha effetto antiemetico e sedativo.
Anche la Metoclopramide ( Plasil ) è utile nel trattamento a breve termine della vertigine: a un dosaggio di 10 mg t.i.d. ( tre volte die ) ha proprietà antiemetiche e sedative, con effetti collaterali modesti ( ipotensione ortostatica e sonnolenza ).
L’impiego dei neurolettici a lungo termine è controindicato per la possibile induzione di sindromi extrapiramidali e disordini endocrini.
Benzodiazepine
I nuclei vestibolari ricevono afferenze gabaergiche inibitorie dalle cellule del Purkinje del cervelletto. Le benzodiazepine, legandosi ai recettori GABA presenti sui nuclei vestibolari, hanno effetto sedativo sul sistema vestibolare, determinando il miglioramento della sintomatologia vertiginosa. L’azione antivertiginosa viene potenziata dall’effetto ansiolitico: infatti, le sindromi vertiginose generano ansia, che a sua volta può portare a un peggioramento della sintomatologia, instaurando così un circolo vizioso difficilmente
domabile.
Calcioantagonisti
I calcioantagonisti quali la Flunarizina ( Fluxarten ) e la Cinnarizina ( Stugeron ) inibiscono il sistema vestibolare, probabilmente anche grazie alle loro proprietà antidopaminergiche e antistaminiche.
Mentre la Flunarizina può indurre sonnolenza e aumento del peso corporeo a breve termine, parkinsonismo o depressione a lungo termine, la Cinnarizina sembra gravata da minori effetti collaterali.
Attualmente il loro utilizzo è passato in secondo piano, per l’avvento di farmaci antivertiginosi dotati di maggior efficacia e tollerabilità.
Vasodilatatori
La Betaistina ( Vertiserc ) è un vasodilatatore dotato di spiccate proprietà antivertiginose. La sua maneggevolezza, la scarsità di controindicazioni e i suoi modesti effetti collaterali ne fanno un farmaco adatto sia nella fase acuta come sintomatico, sia nella terapia di mantenimento.
Uno studio multicentrico in doppio cieco ha messo a confronto Betaistina ( 16 mg
b.i.d. ) e placebo nel trattamento della vertigine posizionale parossistica benigna ( VPPB ) e della sindrome di Ménière. Dallo studio è emerso che la Betaistina ha ridotto in modo significativo rispetto al placebo: la frequenza degli attacchi, con riduzione maggiore dell'85% nella vertigine posizionale parossistica benigna e maggiore del 60% nella sindrome di Ménière; l’intensità degli attacchi, con riduzione maggiore del 75% nella vertigine posizionale parossistica benigna e maggiore del 65% nella sindrome di Ménière.
Nei pazienti con malattia di Ménière, inoltre, si è avuto un significativo miglioramento,
nessuno ha interrotto il trattamento e, al termine di un follow-up di 12 mesi, nessun paziente trattato con Betaistina è andato incontro a peggioramento dei sintomi o a interventi di ablazione chimica o chirurgica del labirinto.
Riguardo agli effetti avversi, nell’arco del trattamento, la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca non hanno subito variazioni e l’incidenza di effetti collaterali ( cefalea, xerostomia, aumentata diuresi, rash cutanei, pirosi, sonnolenza ) nel gruppo trattato con Betaistina è
stato soltanto di poco superiore a quella presente nel gruppo placebo ( 28.0% vs 21.7% ).
Grazie al suo meccanismo d’azione la Betaistina normalizza la funzione vestibolare e favorisce l’insorgenza dei meccanismi di compenso. ( Xagena2004 )
Passàli D, Trends Med 2004;4:127-138
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