Sul vaccino, Gardasil, che dovrebbe protegge le nuove generazioni di donne dalle infezioni da papillomavirus ( HPV ), causa necessaria allo sviluppo del cancro alla cervice uterina, non è possibile, alla luce dei dati attuali, esprimere un giudizio definitivo.
Recentemente commercializzato in Europa e disponibile nelle farmacie italiane, il vaccino anti-HPV, Gardasil, è attivo su quattro ceppi del papillomavirus umano ( 6,11,16,18 ), responsabili della quasi totalità dei papillomi genitali ( 6 e 11 ) e del 70% dei cancri invasivi ( 16 e18 ).
L’infezione da HPV trasmessa per contatto sessuale è un elemento che favorisce ma non è sufficiente a determinare lo sviluppo di un tumore.
L’efficacia del vaccino è stata valutata in donne dai 16 ai 23 anni non infette. Anche se la capacità nel prevenire displasie ( lesioni precancerose ) dovute ai 4 ceppi del vaccino arriva al 98%, il Gardasil non protegge da displasie di altri ceppi virali e non protegge neppure le donne già infette.
La durata dell’immunità persiste per 5 anni ma non è noto cosa succeda successivamente.
In attesa di studi che possano rispondere a quesiti su incidenza del cancro del collo dell’utero, durata della protezione, potenziale efficacia in donne di altre fasce d’età, il ruolo di questo vaccino rimane incerto.
Il vaccino non sostituisce lo screening ma lo affianca.
Gardasil è dispensato gratuitamente alle ragazze di età compresa tra 11 e 12 anni, è in valutazione l’offerta per altre fasce di età come le 25enni.
Ai prezzi attuali ( 367 Euro per ciclo per il SSN e 564,45 il pubblico ) la vaccinazione non è cost-effective, ma potrebbe diventarlo a costi inferiori ( attorno ai 150 Euro ). ( Xagena2007 )
Fonte: Dialogo sui Farmaci, 2007
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